domenica 28 luglio 2019

Born To Run - Bruce Springsteen (1975) IN PREPARAZIONE




Nei piani di Springsteen, Born To Run, il suo terzo album, doveva essere un capolavoro. E tale fù. Il suono del disco compendiava la dinamite dei suoi concerti, la grandeur wagneriana di Phil Spector, il melodramma straziante dei singoli di Roy Orbison. Qui sta l’inizio della sua reputazione di perfezionista. Lo dimostra plasticamente il contagioso errebi di 10th Avenue Freeze Out, la cui regale esplosione di fiati le da struttura e unicità. E’ tutto così bello, non c’è un particolare fuori posto: dalla contagiosa chitarra ritmica “schiaffeggiata” in perfetto stile Steve Cropper, all’insistente pianoforte di Roy Bittan che ha l’immane responsabilità di fornire alla struttura uno scheletro sufficiente, fino ad arrivare ad una delle più fantastiche linee di fiati che memoria d’uomo possa ricordare. E’ Steve Van Zandt il responsabile della “prodezza”: un giorno arriva in studio e trova i musicisti bloccati ad un punto morto non sapendo come rivestire la canzone. E lui, così, come niente fosse, sciorina tutto l’arrangiamento dei fiati cantandolo davanti a tutti. Corsi e ricorsi storici, allo stesso modo Steve Cropper e Otis Redding arrangiarono dieci anni prima i fiati di Mr. Pitiful all’interno dell’auto mentre si stavano recando in studio. E’ così che il chitarrista si è guadagnato un posto fisso sul libro paga del “Boss”, facendo di 10th Avenue Freeze Out uno dei più solidi monumenti alla musica a stelle e strisce mai costruiti. 

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