Basta
guardare la copertina di In The City, loro esordio adulto del 1977, per
capire quale gradevole contraddizione all’interno della scena londinese
settantasettina furono i Jam: tre tipi che sembrano usciti dal set di Quadrophenia
e capitati quasi per caso nel turbinio del del primo punk, genere cui aderirono
con energia e impeto senza però sposarne fino in fondo il credo. Del resto, se
così non fosse stato, mai avrebbe potuto scaturire dalla mente di Paul Weller
(autore del 90% del materiale della band) un ballata come That’s
Entertainment, acustica quasi in toto e vagamente psichedelica, piazzata in
bella mostra al centro di un album, Sound Affects, del quale riesce ad
illuminare i solchi, unitamente ai cieli spesso musicalmente plumbei dei
sibillini anni ’80.
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