Avevano
le idee chiare i Jesus And Mary Chain. Anzi una sola idea ma efficace: prendere
delle accattivanti canzoni pop, riconducibili principalmente a certe melodie
bubblegum o ai Velvet Underground del terzo album, e ricoprirle col rumore del
feedback delle chitarre impiegato in dosi industriali. Oppure, come avviene in Just
Like Honey dal loro primo album manifesto Psychocandy, unire le due
cose assieme e sottoporre al medesimo trattamento un nume tutelare del pop come
Phil Spector. Come? Semplicissimo: basta prendere l’incipit di batteria di Be
My Baby e piazzarci sopra una narrazione sonora lenta e funeraria come solo
Lou Reed potrebbe cantare, tanto da far sembrare le Ronettes delle muse malate
dei bassifondi, e avrete così rispetto per il passato e luce per il futuro.
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