lunedì 26 agosto 2019

Don't Get Lost - Brian Jonestown Massacre (2017)



Anton Newcombe o dell'ecclettismo (mai un disco uguale al precedente). O del carattere (soprattutto del brutto carattere: proverbiali in tal senso le liti - anche sul palco e spesso cruente - con i musicisti). O del genio (come certificato dall'album in esame). O della sregolatezza (indulgendo il nostro in abusi etilici, unitamente all'assunzione di sostanze stupefacenti). Personalità come minimo complessa, dunque, quella del dispotico leader dei Brian Jonestown Massacre, un tipino da prendere con le molle a dir poco. Partito nel 1991 con una cassetta autoprodotta in splendida solitudine e distribuita in un numero limitatissimo di copie, con Don't Get Lost nel 2017 tocca la terra del ventesimo disco. Ascoltare quest'album mi fa pensare - come del resto accaduto per il resto della precedente produzione - ad un frullatore impazzito in cui Newcombe & friends abbiano gettato, assecondando come sempre le lune del momento e l'incontinenza musicale loro propria, una spruzzata di 13th Floor Elevator, un pizzico di Velvet Underground, qualche dose di My Bloody Valentyne, Julian Cope quanto basta e più di qualche reminiscenza pinfloydiana, così come di qualche recrudescenza kraut rock. E per rimescolare ancor più le carte innaffiano qua e là la materia sonora con un basso simil dub ed inseriscono financo un numero psycho lounge (proprio la Geldenes Merz Henz scelta per quest'occasione) che si libra, malioso ed inquietante al contempo, sulle note stralunate di un sax. Il frullato che ne esce è ancora una volta vincente: uno psich-pop-garage musicalmente variegato che dimostra come il flusso creativo di un Anton Newcombe in costante stato di grazia, dopo oltre 25 anni non era ancora stato interrotto. L'esortazione del titolo (Non perderti) non ha dunque ragione d'essere, in quanto la band ha licenziato una volta di più un disco molto intelligente ed alquanto coinvolgente, dall'impatto immediato e dal fascino indiscusso, dove la fisicità è preferita alle estasi melodiche ed in cui toni shoegaze copulano con acidi flussi psichedelici.







Mauro Rollin' On The River Uliana

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