giovedì 1 agosto 2019

Live! - Carla Bley (1982) IN PREPARAZIONE



La prima volta che ho fatto conoscenza con la signora è stato proprio con Live! del 1982 che trasponeva su disco i concerti alla Great American Music Hall dell’anno precedente e fù amore a prima vista. Mi erano già giunte notizie di questa musicista superlativa per via di Escalator Over The Hills a nome J.C.O.A., perché vi aveva collaborato Jack Bruce, mio idolo dello strumento a quattro corde, ma un disco a nome di Carla non l’avevo mai ascoltato. All’epoca lei era già una jazzista navigata e di chiara fama, splendida 45enne che non disdegnava di esporre la propria avvenenza sulla copertina di un disco. Quello che però mi ha completamente steso è stata la musica messa in scena da questa donna straordinaria. Pianista, organista, compositrice, band leader: una vita dedicata al jazz sia sotto il profilo professionale sia sotto quello privato. Nel 1957 Carla sposa il pianista Paul Bley, dal quale assume il cognome, e nel 1965, in seconde nozze, il trombettista Mike Mantler con cui collaborerà a lungo e da cui si separerà nel 1991. 
La musica di Live! è insuperabile, vuoi per la presenza di solisti innovativi come lo stesso Mantler e Steve Swallow al basso, vuoi per la straordinaria capacità di arrangiatrice della Bley che affida ad ogni strumento esattamente il meglio che può dare. La pagina più bella dell’album è The Lord Is Listening To Ya, Hallelujah!, una lunga, sospesa melopea su base gospel, in cui il trombone di Gary Valente e l’organo della Bley si macerano nell’acre sofferenza delle genti di colore, soffiando vita in un vero e proprio lasciapassare per l’immmortalità.

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