lunedì 26 agosto 2019

All Eyez On Me - 2Pac (1996)




Doveva succedere. E infatti è puntualmente successo. Fortissima è la sensazione che prima o poi a 2Pac sarebbe accaduto ciò che ai più appariva inevitabile accadesse. Praticamente un predestinato. Troppi infatti i segnali che avevano preceduto quella che era subito apparsa come una tragedia annunciata: la nascita ad Harlem e l'infanzia e l'adolescenza trascorse a Brooklyn, non esattamente i quartieri più tranquilli ed esclusivi della Grande Mela; la madre attivista delle Black Panther (in particolare del famigerato gruppo estremista Panther 21), il padre totalmente assente ed il resto di una famiglia alquanto turbolenta seguace del Black Panther's Black Liberation Army, gruppo paramilitare che vaticina marxismo e nazionalismo nero. Assata Shakur, sorella del padrino che l'aveva cresciuto, conoscerà più volte le patrie galere fino all'arresto nel 1981 per aver preso parte ad uno scontro a fuoco in cui persero la vita una guardia e due poliziotti. La stessa madre di Tupac, rinchiusa nel carcere di Rikers Island per aver piazzato alcuni ordigni esplosivi in un edificio di Brooklyn, viene scarcerata un mese prima di metterlo al mondo. Spesso e (mal)volentieri madre e figlio saranno costretti a cercare ospitalità tra lo squallore e la puzza di urina dei ricoveri per senza tetto, dove verranno fatti oggetto delle "premure" e "gentilezze" di spacciatori, stupratori, tossici, fratelli cazzuti dei ghetti di Brooklyn e varia umanità out of border. Nel 1988, con la famiglia si trasferisce in California, a Marin City, "ridente" sobborgo di San Francisco pullulante di criminalità organizzata, dove comincia a spacciare droga e ad essere avviato lui stesso all'assunzione di ogni tipo di sostanza stupefacente. Se nei dintorni c'è qualcuno di poco raccomandabile e da cui tenersi prudentemente alla larga, potete stare certi che lui è lì a stringere fraterne amicizie e pericolose alleanze. Piuttosto è veramente incredibile come riesca a fare abilmente slalom tra gli articoli del codice e mantenere la fedina penale miracolosamente pulita. Nemmeno dopo aver raggiunto fama, successo e denaro, però, i problemi con la legge e con il mal di vivere smetteranno di inseguirlo e tormentarlo: nell'ottobre 1991 manda a farsi fottere due poliziotti che l'hanno fermato per una banale infrazione al codice della strada, i quali per tutta risposta lo massacrano di botte. Lui non ci sta e fa causa al Dipartimento di Polizia Federale di Oakland. Vince, ma in luogo dei 10 milioni richiesti, il risarcimento che ottiene è di soli 42mila dollari. Epilogo più che sufficiente a far sì che l'odio e la disillusione verso il sistema WASP americano aumentino. Nel 1992, durante un festival musicale all'aperto ed in circostanze mai completamente chiarite, dalla pistola di Tupac, che sta cercando di dividere i due contendenti di una furiosa rissa scoppiata davanti al palco, viene accidentalmente sparato un colpo che uccide all'istante un bambino di 6 anni che ha il solo torto di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. Assolto per insufficienza di prove. Nell'ottobre del 1993, ad Atlanta, il nostro imbottisce di piombo le gambe ed il deretano di due poliziotti fuori servizio che stanno importunando un automobilista di colore sul ciglio di una strada. Riesce a dimostrare che i due erano sotto l'effetto di cocaina e marijuana, nonché ubriachi ed in possesso di armi illegali. Le accuse vengono ritirate. Nel novembre del 1993 viene accusato di violenza sessuale. L'ultima seduta del processo si svolgerà del 1995 e lo vedrà condannato a guardare per qualche mese il sole a scacchi. La cosa incredibile è che nonostante sia dietro le sbarre il nostro troverà energia ed ispirazione per preparare Me Against The World, terzo album dal titolo che è tutto un programma. E' un disco potente e imprescindibile in cui uguaglianza e orgoglio si smarriscono nel buco nero del disagio esistenziale. In esso 2Pac ci fa partecipi delle sue angosce e dei suoi incubi,  soffiando vita nel disco della maturità e della consapevolezza attraverso il quale l'artista cerca risposte nuove come musicista ed il proprio riscatto come uomo. L'ultimo episodio cruento risale al novembre 1994, quando a New York gli sparano cinque colpi di pistola in una presunta rapina. Si salva per miracolo, ma sembra il prologo di quanto accadrà nemmeno due anni dopo. A tre ore dall'intervento che lo rimette in sesto e contro il parere del medico, lascia il Bellevue Hospital ed il mattino seguente presenzia su una sedia a rotelle al processo che lo condanna per l'aggressione sessuale del novembre 1993. Nemmeno un addetto alle pulizie dei tribunali potrebbe vantare, come lui, una tanto assidua frequentazione delle aule di giustizia. Su molte di queste vicende aleggia la feroce rivalità e la tensione continua fra i rappers delle due coste (senza mezzi termini una vera e propria faida) ed il consumo di stupefacenti che non conosce momenti di flessione. Ma la mano nera che ghermisce l'esistenza di Tupac Shakur, in arte 2Pac e all'anagrafe Lesane Parish Crook, non è la sua stessa mano che stringe una siringa nell'atto di farsi un buco in vena, come il suo stile di vita sempre ad un passo dal limite e l'iconografia dell'artista maledetto vorrebbero, ma è la mano del suo assassino che alle 23:15 del 7 settembre 1996, a Las Vegas, all'incrocio tra East Flamingo Road e Koval Lane, impugnando una Glock calibro 22 di buchi gliene fa 4: due al petto, uno alla coscia e uno al braccio. L'esecuzione in perfetto stile mafioso avviene dopo che Shakur aveva assistito all'incontro di boxe tra Mike Tyson e Bruce Seldon. Fa un gran caldo quella sera a Las Vegas. Un caldo torrido. Per questo Tupac decide di non indossare il giubbotto antiproiettile che di solito lo protegge. Un'imprudenza che gli deriva anche dalla consapevolezza che in centro la polizia di Las Vegas è estremamente attenta e onnipresente, allo scopo non turbare il soggiorno dei milioni di turisti che ogni anno tentano la fortuna ai tavoli verdi della città. Mai scelta si rivelerà più sbagliata. A nulla servirà la corsa disperata all'ospedale; Tupac muore per emorragia interna dopo 6 giorni di agonia. Le ultime parole che rivolge al poliziotto che lo assiste nei suoi ultimi momenti e che gli chiede se abbia visto chi gli ha sparato, sono "Vaffanculo". Fedele fino all'ultimo al codice non scritto dell'omertà tra le gang di strada. Moriva così 2Pac, uno dei più grandi e influenti rapper di sempre. Uno che si è sempre sentito investito di una missione alta: essere il testimone della faccia scura e tragica del rap. Con la sua morte anche l'hip-hop ha finalmente avuto il suo Jim Morrison. Anche i B-boys hanno avuto il loro Cristo effigiato su di un santino insanguinato da piangere e adorare. Dolore e rabbia tanto più acuti se consideriamo che 2Pac se ne va all'apice del suo fulgore artistico e commerciale. Se infatti non fossero bastati il clamore e le lodi sperticate suscitate dal disco preparato in cattività, sette mesi prima della morte l'artista pubblica quello che sarà il suo testamento artistico. Ed è uno shot che lascia senza parole. Non era facile ripetersi dopo un disco come Me Against The World, ma Tupac risponde nel solo modo che compete ad un vero artista, pubblicando il monumentale All Eyez On Me"Tutti gli occhi erano puntati su di lui" (è il caso di dirlo) e lui non si sottrae chiamando vecchi e nuovi amici (Dr. Dre, Snoop Dogg, George Clinton) per realizzare un'opera sincretica e sfaccettata ma pervasa da un costante spleen: quello di una tensione disequilibrata tra una realtà dura e spietata ed il suo sogno magnetico ed irresistibile. Non pago di tutto questo estrae dal cilindro il singolo più venduto di tutti i tempi in campo hip-hop: quel California Love in coppia con Dr. Dre, costruito adattando, rivedendo e manipolando struttura e melodia e adagiando il tutto su di un magistrale campionamento di Woman To Woman di Joe Cocker. Piccole tentazioni pop crescono. Già, perché proprio questo è California Love, un arabesco su ritmo cadenzato che convince e seduce anche chi non ama l'hip-hop. E se è vero, come è vero, che questa è una canzone che si guadagna il Paradiso, al vostro scriba piace immaginare Tupac ed il vecchio Joe seduti su una nuvoletta, impegnati a far muovere il culo ad un esercito di angioletti.


 

Mauro Rollin' On The River Uliana

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